MEDITAZIONE ESISTENZIALE

La trasformazione interiore passa attraverso la rinuncia alle proprie certezze

Per dedicarti alla meditazione devi innanzitutto avere la volontà e il coraggio di mettere in discussione te stesso, di poter rinunciare a tutte le tue certezze, di essere disposto a cambiare. In seguito vale la pena che tu pratichi solo quelle tecniche in grado di portarti a un cambiamento reale.
Un cambiamento reale è una tra-sformazione del tuo stato di autocoscienza. Quando questa trasformazione si produce, meditare diviene per te una cosa del tutto spontanea, naturale, come respirare: non hai bisogno di fare qualcosa per meditare, vivere con consapevolezza e passione è la tua meditazione.
Io chiamo questa trasformazione Meditazione Esistenziale. La meditazione esistenziale non è qualcosa che puoi praticare, essa ti accade quando raggiungi un buon grado di autocoscienza. Quando la meditazione esistenziale «ti accade», passi da un modo di vivere distratto e superficiale a un modo di essere attento e profondo: questo è un primo segno che il processo del rinnovamento è possibile per te e che un giorno, certamente, scoprirai che tutte le tue mete, quelle a cui tendevi, ma anche quelle che neppure osavi sognare e persino quelle che non eri in grado di concepire, sono raggiunte.
Essere meditativi equivale ad essere naturali. Essere naturale, essere te stesso, è una cosa molto semplice, perciò la tua mente fa così tanta fatica a farla. Per essere naturale, per essere in uno stato meditativo, devi essere oltre la tua mente.
L'essere naturale è colui che non ha bisogno di fingere. Solo chi non ha attaccamenti è libero dall'obbligo di fingere. Quando consideri importante qualcuno o qualcosa, quando ti attacchi a una persona o a una situazione, la prima cosa che fai è fingere per apparire più bello, più capace, perché credi che se alteri qualcosa del tuo essere naturale potrai avere con quella persona o in quella situazione più possibilità.
La prima cosa che fai quando attribuisci importanza a qualcuno o a qualcosa, quando sviluppi una qualunque forma di attaccamento, è mentire.
Per essere naturale devi essere centrato, devi sentire che nel tuo Sé c'è una tale forza che nulla e nessuno può essere più importante del tuo Sé, e poiché il tuo Sé è verità e spontaneità non vale in alcun modo la pena di mentire, mai.
Fino a quando attribuisci importanza a ciò che è al di fuori di te sarai spinto a mentire. Solo quando realizzi che tutto ciò che conta è in te, allora sarai naturale e sarai oltre la tua mente, in un stato di meditazione esistenziale.

Approfondire la consapevolezza

La meditazione esistenziale è quella pratica che si esercita vivendo, è la meditazione che avviene in ogni circostanza; senza il bisogno di assumere una determinata postura in un angolo di tempo e di spazio al di fuori dell'abituale flusso della vita quotidiana.
Vivere in modo attento e consapevole è la forma più generica e completa di meditazione esistenziale. Ma per arrivare a ciò può essere molto utile praticare delle tecniche specifiche di meditazione esistenziale; qui di seguito ne vengono suggerite alcune.
Entra in contatto con la tua divinità interiore.
La mattina, appena sveglio, prima ancora di scendere dal letto, pratica la seguente meditazione.
Immagina il tuo Sé sotto le forme di una divinità femminile: la tua devi. Osserva l'aspetto della tua devi. Chiediti che poteri essa possiede, da dove proviene, qual è la sua storia e verso cosa è diretta, qual è la sua missione.
- Immagina il tuo Sé sotto le forme di una divinità maschile: il tuo deva.
- Osserva l'aspetto del tuo deva. Chiediti che poteri egli possiede, da dove proviene, qual è la sua storia e verso cosa è diretto, qual è la sua missione.
- Unisci le tue due divinità, fondile insieme e contempla il risultato: la tua divinità interiore.
Per tutta la giornata resta in contatto con la tua divinità interiore. 
Muoviti, parla, agisci, consapevole della divinità che è in te.
La tua meditazione deve partire dal presupposto che ciò che ti trasforma non è quel che fai ma come lo fai.
Concentrati sulla tendenza psichica opposta.
Concentrati sulla tendenza psichica opposta a quella che ti possiede in un dato momento e con ciò supera al tuo interno gli ostacoli che si oppongono alla tua volontà.
Qualcosa che non hai mai fatto prima.
Se vuoi qualcosa che non hai, forse devi fare qualcosa che non hai mai fatto prima. Consapevole di ciò decidi di recarti in un posto che non hai visitato prima almeno una volta alla settimana, per esempio. Decidi di intraprendere un'attività creativa (dipingere, suonare, ecc.) o sportiva che non hai mai tentato in precedenza e, a tal fine, iscriviti a una scuola, prendi lezioni.
Cambia la tua alimentazione, appro-fittando, magari, per renderla ancora più sana. Cambia piccoli riti che fanno parte della tua vita quotidiana: il modo in cui ti prepari per andare a letto, per esempio.
Tieni presente che l'energia vitale deve incessantemente fluire in te e attraverso di te. La stagnazione dell'energia è indurimento, appassimento, vecchiaia, sofferenza. La vita è una continua spinta evolutiva. Le abitudini esistenziali tendono a frenare la spinta evolutiva della vita, creano rigidità degli schemi mentali e persino rigidità fisiche.
Il senso di questa meditazione esistenziale è: rompere le abitudini esistenziali.
Cambia i sogni
Evoca dei ricordi di sogni che hai fatto di recente oppure tempo addietro e muta i tuoi sogni. Cambia gli avvenimenti, i colori, i volti dei personaggi, i nomi, i finali, le emozioni, ecc.
Questa pratica aiuta la tua psiche a rimanere aperta, a non sclerotizzarsi, le insegna a cercare nuove possibilità d'espressione e a credere di meno nel limite coatto, a non arrendersi alle difficoltà e a produrre soluzioni creative.

Trasformare la qualità dell'esperienza

Vedere, toccare, udire, gustare, odorare, provare una sensazione e per l'essere umano un'operazione mentale poiché implica l'operare delle scelte.

Quando guardi qualcosa scegli, a livello subliminale, le sensazioni visive delle quali vuoi essere consapevole e decidi quali sensazioni, invece, vuoi coprire o rimuovere. 
Lo stesso vale per tutte le sensazioni. 

Cosa vedi quando guardi, cosa provi quando annusi, gusti, tocchi o sei toccato, cosa senti quando ascolti è sempre il frutto delle scelte del tuo sistema nervoso. 
La tua mente nervosa, o mente fisica, sceglie in modo automatico sulla base di ciò a cui è stata abituata. 
Una mente abituata a cogliere sensazioni spiacevoli, deprimenti, contribuirà a portare l'individuo verso una visione della vita negativa e mediocre, mentre una mente abituata a cogliere sensazioni piacevoli, entusiasmanti, contribuirà a guidare l'uomo attraverso un'esistenza brillante e piena.

Tanto più il senso della vita che possediamo è entusiasmante, quanto più i nostri circuiti energetici e i nostri chakra si aprono all'energia vitale, e quanto più i nostri centri energetici sono aperti, tanto più il senso della vita che possediamo diviene luminoso e positivo.

Percepire l'orrore e la mediocrità è un'abitudine dalla quale dovremmo decidere di liberarci.
Poiché la qualità delle nostre percezioni si basa sulla ripetitività, bisogna innanzitutto cercare di sottrarre il nostro sistema nervoso al modo di percepire convenzionale che è proprio di questa umanità giacché esso ha fatto dell'orrore e della mediocrità il proprio modo d'essere. 
L'ascolto dei notiziari alla mattina appena svegli e alla sera prima di andare a letto, che sono i momenti in cui il nostro sistema è più ricettivo, sensibilizza il nostro sistema nervoso alle percezioni drastiche e sofferte.

Sia bene inteso che non è l'avvenimento in sé ma è il modo convenzionale nel quale l'avvenimento viene recepito e riportato che, fungendo da modello per le nostre percezioni future, può avere gravi controindicazioni delle quali l'utente dovrebbe essere cosciente.

Il saggio vede la dea della bellezza e dell'amore, anche là dove l'uomo comune vede l'orrore, il saggio coglie il sorriso del Divino in ogni momento della vita.
Deve arrivare il momento in cui il meditante supera il dolore, l'ignoranza, la morte, in quanto la sua percezione del dolore, dell'ignoranza e della morte cambia al punto da permettergli di vivere un dolore che non fa male, un'ignoranza e una morte senza buio né negazione.
"La nascita è irreale e la morte è pure irreale, solo l'esperienza è reale", afferma il Bordo, il Libro Tibetano dei Morti. 
La meditazione deve servire a trasformare la qualità della nostra esperienza al fine di fugare in noi ogni paura di fare esperienza e condurci verso l'esperienza totale, il Divino.
Non è possibile meditare veramente senza essere decisi a sottrarci all'ipnotismo collettivo che ci spinge a ripete- re meccanicamente delle scelte percettive le quali alimentano il nostro senso dell'orrore e della mediocrità. 
Rompere con le abitudini, sottrarci agli stimoli che continuamente ci coinvolgono nel modo abituale di percepire del- l'uomo comune con le sue nevrosi anche solo per pochi giorni può essere d'importanza fondamentale ai fini della crescita personale. 
La mia esperienza nel condurre gruppi di meditazione mi ha portato a constatare che dai ritiri di due o tre giorni le persone escono sempre cambiate nel profondo. 
Un ritiro di meditazione consente al tuo sistema nervoso di sintonizzarsi su una frequenza percettiva diversa da quella abituale e ti apre la via a una desensibilizzazione costante e continua alla percezione negativa. 
Un ritiro di meditazione è un'occasione di risveglio che tutti i meditanti dovrebbero riproporre a se stessi con una frequenza tale da consentire a se stessi il pieno risveglio dall'ipnotismo percettivo comune. 

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