Dhammapada


I   Versi gemelli

 

1        Siamo ciò che pensiamo. 

Tutto ciò che siamo

è prodotto dalla nostra mente.

Ogni parola o azione

che nasce da un pensiero torbido

è seguita dalla sofferenza,

come la ruota del carro

segue lo zoccolo del bue.

 

 

2        Siamo ciò che pensiamo.

Tutto ciò che siamo

è prodotto dalla nostra mente.

Ogni parola o azione

che nasce da un pensiero limpido

è seguita dalla gioia,

come la tua ombra ti segue,

inseparabile.

 

3        «Mi ha insultato, mi ha aggredito,

mi ha ingannato, mi ha derubato.»

Se coltivi questi pensieri

vivi immerso nell'odio.

 

4        «Mi ha insultato, mi ha aggredito,

mi ha ingannato, mi ha derubato.»

Abbandonando questi pensieri

ti liberi dell'odio.

 

5        In questo mondo l'odio

non può porre fine all'odio.

Solo l'amore è capace

di estinguere l'odio.

Questa è la legge eterna.

 

6        In questo mondo tutti

siamo destinati a morire. 

Ricordandotene,

come puoi serbare rancore?

 

7        Con la stessa facilità con cui il vento

sradica un fragile albero

le tentazioni trascinano

chi è alla ricerca del piacere,

chi è avido, pigro e debole.

 

8     Ma, come il vento

non riesce ad abbattere una montagna,

nessuna tentazione scuote

chi è desto, energico,

fiducioso e vive semplicemente.

 

9        Se la tua mente non è limpida,

se sei insincero e incapace di controllarti,

invano indossi l'abito giallo.

 

10      Se la tua mente è limpida,

se sei sincero e padrone di te,

ben ti si addice l'abito giallo.

 

11      Confondendo l'essenziale e l'inessenziale

perdi di vista la tua vera natura

e coltivi vani desideri.

 

12      Riconoscendo l'essenziale come tale

e l'inessenziale come tale

ritrovi la tua vera natura

e arrivi all'essenza.

 

13   Come la pioggia penetra in una capanna

il cui tetto non è ben impagliato,

così le passioni si insinuano

in una mente inconsapevole.

 

14   Ma una mente consapevole

è come una capanna

dal tetto ben impagliato.

 

15    Chi fa del male

   soffre in questo mondo e nell'altro.

 

16   Chi fa del bene

gioisce in questo mondo e nell'altro.

 

17   Chi fa del male

soffre in questo mondo e nell'altro. 

Soffre contemplando il male che ha fatto

e ancora di più soffre

scendendo nell'oscurità.

 

18   Chi fa del bene

gioisce in questo mondo e nell'altro. 

Gioisce contemplando il bene che ha fatto

e ancora di più gioisce

innalzandosi nella luce.

 

19   Chi recita a memoria le scritture,

ma non le mette in pratica,

è come un mandriano

che conta le vacche altrui. 

Costui non è partecipe

della vita dello spirito.

 

20   Ma se, pur conoscendo solo

una piccola parte delle scritture,

pratichi il dharma,

abbandoni le passioni, l'odio e le illusioni,

coltivi la saggezza e la serenità,

non hai desideri

né in questo mondo né nell'altro,

allora veramente sei partecipe

della vita dello spirito.

 

 

II    La consapevolezza

 

21   La consapevolezza conduce alla vita eterna,

l'inconsapevolezza alla morte.

Chi si è risvegliato alla propria vera natura

non muore.

L’inconsapevole vive come se fosse già morto.

 

22   Il saggio, colui che ha compreso,

trova la sua gioia nella consapevolezza,

trova la sua gioia

nel cammino tracciato dai Buddha.

 

23   Perciò medita con perseveranza

per raggiungere il nirvana,

la libertà ultima.

 

24   Perciò svegliati, osservati,

agisci con purezza e con attenzione

conformemente alla legge eterna

e la tua gloria crescerà.

 

25   Con la consapevolezza,

con la padronanza di sé,

il saggio si costruisce un'isola

che nessun diluvio può sommergere.

 

26   L’inconsapevole agisce distrattamente.

Il saggio invece custodisce la consapevolezza

come il suo tesoro più prezioso.

 

27   Perciò non lasciarti andare all'inerzia

e non lasciarti trascinare dai desideri.

Concentra la tua energia nella meditazione

e scopri la felicità più grande.

 

28   Squarciato il velo dell'inconsapevolezza,

dall'alto della torre della saggezza

il saggio contempla l'umanità sofferente

come chi dalla vetta di una montagna

guarda verso gli abitanti della pianura.

 

29   Attento fra i distratti,

desto fra i dormienti,

il saggio si stacca dalla massa

come un veloce cavallo da corsa.

 

30   Grazie alla consapevolezza

Indra è divenuto signore degli dei. 

Sempre preziosa è la consapevolezza,

sempre rovinosa l'inconsapevolezza.

 

31   Perciò il bhikshu che ama la consapevolezza

e teme il sonno dell'inconsapevolezza

brucia ogni legame

con il fuoco della sua pratica.

 

32   Il bhikshu che ama la consapevolezza

e teme il sonno dell'inconsapevolezza

non può ricadere nell'illusione.

Ha trovato la via verso la liberazione.

 

III   La mente

33  Come il fabbro raddrizza una freccia,

così il saggio governa i suoi pensieri,

per loro natura instabili, irrequieti

e difficili da controllare.

34  I pensieri fremono e si dibattono

per sfuggire alla morte

come pesci tolti alla loro dimora liquida

e gettati sulla terraferma.

35  La padronanza della propria mente,

ribelle, capricciosa e vagabonda,

è la via verso la felicità.

 

36  Il saggio osserva continuamente

i propri pensieri,

che sono sottili, elusivi ed erranti. 

Questa è la via verso la felicità.

37  pensieri, incorporei ed erranti,

vagano lontano.

Raccoglili nella caverna del cuore

e liberati dalla schiavitù

del desiderio e della morte.

38  Come può una mente agitata

comprendere la legge eterna? 

Se la serenità della mente è turbata,

la saggezza non può manifestarsi.

39  Il risvegliato,

colui la cui mente è serena

e ha trasceso il dilemma del bene e del male,

è libero da ogni timore.

40  Questo tuo corpo è fragile

come un vaso di coccio.

Fai della tua mente una fortezza

e combatti le tentazioni

con l'arma della saggezza.

 

41  Ben presto questo corpo

giacerà sulla terra,

privo di coscienza,

inutile come un ceppo bruciato.

42  Nessuno, neppure il tuo peggior nemico

può nuocerti quanto una mente indisciplinata.

 

43  Ma una mente disciplinata

è un'alleata preziosa.

Nessuno, né tua madre, né tuo padre,

né i tuoi amici,

può esserti di altrettanto aiuto.

 

 

IV     Fiori

 

44      Chi è in grado di andare al di là

di questo mondo

e del mondo della morte

con tutti i suoi dei?

 

45  Tu stesso lo sei,

scegliendo il cammino luminoso del dharma

con la stessa cura

con cui un giardiniere

sceglie i fiori più belli.

 

46  Questo tuo corpo

è come schiuma sulla cresta di un'onda,

nulla più che un miraggio.

Spezza i dardi fioriti del desiderio,

e va dove il re della morte

non può raggiungerti.

 

47  Come un'alluvione trascina via

un villaggio addormentato,

così la morte rapisce

chi è intento a cogliere

i fiori del piacere,

immerso nel sonno dell'inconsapevolezza.

 

48  La morte lo coglie,

prima ancora che sia sazio

dei piaceri che cerca.

 

49  Il saggio si muove nel mondo come un'ape,

che raccoglie il nettare dei fiori

lasciandone intatti la bellezza e il profumo.

 

50  Anziché badare agli errori altrui

osserva i tuoi,

esamina ciò che hai commesso

e ciò che hai omesso di fare.

 

51  Le belle parole di chi non mette in pratica

ciò che predica

sono come fiori colorati,

ma senza profumo.

 

52  Ma le parole sincere di chi vive

la propria verità

sono come fiori colorati e profumati.

 

53  Come da un mucchio di fiori

si possono trarre molte ghirlande,

fa delle occasioni della tua vita

ghirlande di nobili azioni.

 

54  Per quanto penetrante,

il profumo del legno di sandalo o del gelsomino

non si propaga controvento.

Ma il profumo della virtù

si propaga in ogni direzione,

raggiunge ogni angolo del mondo.

 

55  Esso è più fine del profumo

del legno di sandalo,

del fiore di loto, del gelsomino.

 

56  Il profumo del legno di sandalo o del gelsomino

non va lontano.

Ma il profumo della virtù

si innalza fino agli dei.

 

57  Le tentazioni non sviano

chi vive nella virtù e nella consapevolezza,

chi ha trovato la libertà nella saggezza.

58  Il loto profumato che rallegra il cuore

cresce nel fango sul ciglio della strada.

59  Così fra i ciechi mortali

il discepolo del Buddha

splende per la sua saggezza.

 

V       L’inconsapevole

 

60      Lunga è la notte per l’insonne,

          lungo è il cammino per il viaggiatore stanco,

lungo il vagare attraverso molte vite

per l'inconsapevole

che non ha ancora trovato

la via del dharma.

 

61      Se non trovi una guida

o degni compagni di viaggio,

va solo,

piuttosto che in compagnia degli inconsapevoli.

 

62      L’inconsapevole è roso dall'ansia

per i suoi figli, per i suoi beni.

Ma come possono i figli o i beni appartenergli? 

Lui stesso non si appartiene.

 

63      L’inconsapevole che sa di essere tale

è in parte saggio.

Ma l'inconsapevole che si crede saggio

          è uno sciocco incurabile.

 

64      Come può un cucchiaio

percepire il sapore della minestra?

          L’inconsapevole può trascorre tutta la vita

          in compagnia di un Buddha

          senza cogliere il sapore del dharma.

 

65      Ma, come la lingua percepisce subito

il sapore della minestra,

basta un attimo di consapevolezza

          in compagnia di un Buddha

          per comprendere la via.

 

66      L’inconsapevole è il peggior nemico di se stesso:

          le sue azioni cieche producono frutti amari.

 

67      Perché fare ciò di cui ti pentirai?

Perché fare ciò che ti porterà lacrime?

68      Fa ciò di cui non ti pentirai,

          fa ciò che ti porterà gioia.

69      Il male fatto nell'inconsapevolezza

può dapprima sembrare dolce come il miele.

Ma i suoi frutti sono amari

          e fonte di sofferenza.

 

70      Per mesi puoi cibarti solo

di ciò che sta sulla punta di un filo d'erba.

Ma nessuna pratica ascetica

vale un sedicesimo

di un attimo di comprensione del dharma.

 

71      Come il latte appena munto

non inacidisce subito,

così il male fatto nell'inconsapevolezza

          cova come fuoco sotto la cenere.

 

72      Il sapere non giova all'inconsapevole;

nella sua cecità, l'uso che ne fa

          si ritorce contro di lui.

 

73      L’inconsapevole aspira al prestigio,

          al predominio sugli altri monaci,

          al potere nel monastero.

 

74      Vuole essere ammirato

per le sue opere,

vuole dettare agli altri

ciò che devono e non devono fare.

In questo modo coltiva in sé

          l'attaccamento e l'orgoglio.

 

75      Due sono le vie:

          una va verso l'acquisire nel mondo,

          l'altra verso la liberazione.

          Perciò il discepolo del Buddha

          non cerca gli onori,

          ma solo la saggezza.

VI     Il saggio

76      Se ti imbatti in un saggio

          che ti mostra i tuoi errori

          e ti segnala i pericoli del cammino,

          seguilo come seguiresti

          chi possiede la mappa di un tesoro.

 

77      Lasciati ammonire, lasciati guidare,

          lasciati distogliere dall'errore.

          Un uomo cosiffatto è amato

          da tutti coloro che cercano la verità.

 

78      Non frequentare cattive compagnie.

    Cerca l'amicizia di coloro che amano la verità.

79      Bevi alla sorgente del dharma

          e vivi nella serenità e nella gioia.

80      Come il contadino incanala l'acqua,

          come il fabbro raddrizza le sue frecce,

          come il falegname lavora il legno,

          così il saggio lavora se stesso.

81      Come una rupe non è scossa dal vento,

          egli non è scosso

          dall'elogio o dal biasimo degli uomini,

 

82      Nell'udire la verità,

          il suo cuore diventa come un lago profondo,

          limpido e calmo.

83      Non desidera nulla

e non parla a vuoto.

Qualsiasi cosa gli accada,

          nella fortuna e nella disgrazia,

          va per la sua strada

          senza attaccarsi a nulla.

 

84      Non desidera né figli, né ricchezza, né potere,

per sé o per altri.

Non cerca di imporsi

con mezzi sleali.

 

85      Pochi sono coloro che arrivano all'altra sponda.

La maggior parte degli uomini

          si agita su e giù lungo questa sponda.

 

86      Ma coloro che vivono il dharma

arrivano all'altra sponda,

al luogo dove la morte non ha potere.

 

87      Il saggio lascia la via dell'oscurità

          per quella della luce.

          Lascia la propria casa nel mondo

          per dimorare soltanto in se stesso.

 

88      Abbandonando ogni desiderio

          e ogni senso di possesso,

purifica il suo cuore

e conosce la gioia.

 

89      Ben radicato nei sette elementi

          dell'illuminazione,

          libero da ogni attaccamento e appetito,

          raggiunge la libertà ultima

          e diviene un faro per questo mondo.

 

 

VII      L’illuminato

 

90      Ha portato a termine il suo viaggio.

E’ andato al di là della sofferenza.

Ha spezzato ogni vincolo

e vive in piena libertà.

91      Egli non dimora in alcun luogo,

ma costantemente spicca il volo

come i cigni che lasciano il proprio lago.

 

92      Segue una rotta invisibile

come il volo degli uccelli.

Non accumula nulla

e si nutre di saggezza.

Conosce la libertà ultima.

 

93      Segue una rotta invisibile

come il volo degli uccelli.

Non desidera nulla

e si nutre del vuoto.

Conosce la libertà ultima.

 

94      Ha domato la mente e i sensi,

è libero dall'orgoglio e senza macchia,

è ammirato perfino dagli dei.

 

95      Paziente come la terra,

saldo come una soglia,

trasparente come un lago limpido,

ha trasceso il ciclo della vita e della morte.

 

96      La sua mente è silenziosa,

          le sue parole e le sue azioni irradiano pace.

          La verità lo ha liberato.

 

97      E’ al di là di ogni fede,

conosce la realtà increata.

Ha tagliato ogni legame,

ha trasceso ogni desiderio,

è andato al di là di ogni tentazione. 

          Ha raggiunto l'apice dell'umano.

 

98      Dovunque egli viva,

          nel villaggio o nella foresta,

          nella valle o sulla collina,

          regna la gioia.

 

99      Trova la gioia

anche nella profonda foresta,

non amata dagli uomini,

perché non desidera nulla.

 

 

VIII    Migliaia

100     Meglio di mille vuote parole

è una sola parola che porta la pace.

101     Meglio di mille versi vani

è un solo verso che porta la pace.

102     Meglio di cento vuote frasi

è una parola del dharma

che porta la pace.

103     Meglio vincere te stesso

che vincere mille battaglie

contro mille uomini.

104     La padronanza di sé

è la vittoria più grande.

105     Né gli dei, né i demoni,

né il cielo, né l'inferno

possono toglierti una simile vittoria.

106     Cent'anni di rituali,

migliaia di sacrifici

non valgono l'onorare

anche solo per un attimo

colui che conosce se stesso.

 

107     Cent'anni trascorsi ad alimentare

il fuoco sacrificale nella foresta

non valgono l'onorare

anche solo per un attimo

colui che conosce se stesso.

 

108    Le offerte di un intero anno,

fatte per acquisire meriti,

non valgono un quarto dell'omaggio

reso al giusto.

 

109    Chi onora e segue il saggio

riceve quattro doni:

vita, bellezza, felicità e forza.

 

110     Meglio vivere un giorno consapevolmente

che cent'anni nell'inconsapevolezza.

111     Meglio vivere un giorno virtuoso e saggio

che cent'anni nell'errore e nell'ignoranza.

 

112    Meglio vivere un giorno totalmente

che cent'anni nell'inerzia e nell'indifferenza.

 

113     Meglio vivere un giorno

consapevoli del sorgere e dell'estinguersi

di tutte le cose.

 

114     Meglio vivere un giorno

consapevoli di ciò che non muore.

 

115    Meglio vivere un giorno

consapevoli del dharma.

 

 

IX     Il male

 

116    Affrettati a fare il bene.

Astieniti dal male.

Se trascuri di coltivare il bene,

il male infesta la tua mente.

 

117    Se ti capita di fare del male,

non ripeterlo,

non lasciare che metta radici in te,

onde non incorrere nella sofferenza.

118    Se ti capita di far del bene,

ripetilo,

lascia che metta radici in te

e ti riempia di gioia.

119    Anche chi ha fatto del male

può gioire

finché le conseguenze del male fatto

non sono maturate.

 

120    che chi ha fatto del bene

può soffrire

finché il bene che ha fatto

non dà i suoi frutti.

 

121    Non prendere alla leggera

il male che fai,

pensando che non ti tocchi.

Una brocca si riempie

d'acqua che cade goccia a goccia.

 

122    Non prendere alla leggera

il bene che fai,

pensando che non ti tocchi.

Una brocca si riempie

d'acqua che cade goccia a goccia.

 

123    Come un ricco mercante

che viaggia senza scorta

evita un cammino pericoloso,

come chi ama la vita evita un veleno,

così evita il male.

124    Ma una mano senza ferite

può maneggiare veleni senza danno.

Così il male non tocca l'innocente.

 

125    Il male fatto a un innocente

è come polvere gettata controvento. 

Esso si ritorce contro chi lo fa.

126     Alcuni rinascono in questo mondo,

altri all'inferno,

altri ancora in paradiso.

Ma coloro che sono senza macchia

entrano nel nirvana.

 

127    In nessun luogo al mondo,

né in cielo, né in fondo al mare,

né nelle più remote gole montane,

puoi sottrarti alle conseguenze

del male che hai fatto.

 

128     In nessun luogo al mondo,

né in cielo, né in fondo al mare,

né nelle più remote gole montane,

puoi sottrarti al dominio

della morte.

X         La violenza

129     Come te, tutti gli esseri tremano

di fronte alla violenza,

tutti temono la morte. 

Rispecchiandoti negli altri,

non uccidere e non ferire.

 

130     Come te, tutti gli esseri tremano

di fronte alla violenza,

tutti amano la vita. 

Rispecchiandoti negli altri,

non uccidere e non ferire.

131     Chi cerca la propria felicità

ferendo altri esseri

che come lui cercano la felicità

non sarà mai felice.

 

132    Non ferire chi come te

cerca la felicità,

se vuoi essere felice.

 

133     Non ferire con parole crudeli.

La parole irate fanno male

e il dolore che provochi

rimbalza verso di te.

 

134    Immobile e silenzioso

come un gong spezzato

entra nel nirvana,

dove ogni agitazione scompare.

 

135    Come un mandriano con il suo bastone

spinge le vacche al pascolo,

la vecchiaia e la morte

sospingono le creature

verso nuove vite.

 

136    Ma l'inconsapevole non se ne rende conto

e brucia nel fuoco

delle sue proprie azioni.

 

137    Chi ferisce un innocente

o infligge una punizione immeritata

incorre in una di queste dieci calamità.

 

138     Subisce crudeli sofferenze, una grave malattia,

una mutilazione, l'invalidità o la pazzia.

 

139    Oppure viene perseguitato dal sovrano,

viene accusato di un crimine spaventoso,

subisce un lutto o la rovina economica.

 

140    Oppure la sua casa viene distrutta dal fulmine.

E quando il suo corpo si è dissolto

continua a bruciare all'inferno.

 

141     Né la nudità,

né i capelli arruffati,

né il digiuno,

né il dormire sulla nuda terra,

né il cospargersi il corpo di cenere,

né il sedere immobile:

nulla di tutto questo

può liberare chi non è libero dal dubbio.

 

142     Ma chi vive in serenità e purezza,

astenendosi dal nuocere ad alcun essere,

anche se indossa vesti eleganti

è un vero bramino,

un vero asceta, un vero bhikshu.

 

143    Un cavallo ben addestrato

non ha bisogno della frusta.

 

144    Come un cavallo ben addestrato

toccato dalla frusta,

sii ardente e scattante.

Liberati di questa sofferenza

con la meditazione, la consapevolezza,

la saggezza, la virtù, la fiducia

e l'impegno nella ricerca della verità.

 

145     Come il contadino incanala l'acqua,

come il fabbro raddrizza le sue frecce,

come il falegname lavora il legno,

così il saggio lavora se stesso.

 

 

XI       La vecchiaia

146     Di che cosa puoi rallegrarti

mentre il tuo mondo brucia?

Sei immerso nell'oscurità

e non cerchi la luce?

 

147    Guarda questo tuo corpo:

un fantoccio dipinto

che sta insieme in qualche modo,

malato, pieno di ferite,

agitato da fantasie mutevoli e vacue.

 

148    Questo tuo corpo fragile,

malato, putrescente,

destinato, come ogni cosa vivente,

a morire e a dissolversi.

149    Guarda queste bianche ossa,

che un giorno saranno gettate via

come zucche in autunno.

150     Queste ossa costituiscono una fortezza

intonacata di carne e di sangue,

abitata da orgoglio e ipocrisia,

vecchiaia e morte.

151     Anche gli splendidi carri dei re

perdono con il tempo i loro colori.

Così il corpo invecchia.

Ma la legge eterna non invecchia:

questo è l'insegnamento che i saggi

trasmettono ai saggi.

 

152    Chi non impara dalla vita

invecchia come un bue:

la sua carne cresce,

ma non la sua saggezza.

 

153     Innumerevoli vite ho attraversato

cercando invano il costruttore

di questo edificio di ossa e di carne. 

Doloroso è continuare a rinascere.

 

154     Ma ora ti ho trovato, costruttore,

e non ricostruirai mai più questa mia dimora. 

La trave di colmo è spezzata,

le travi sono rotte.

Ogni desiderio è estinto

e la mente riposa nel nirvana.

 

155     Coloro che hanno dissipato

gli anni della loro giovinezza

da vecchi intristiscono

come vecchie gru in un lago senza pesci.

 

156     Giacciono inutili come archi spezzati,

rimpiangendo il passato.

XII             Te stesso

 

157    Se ti ami, osservati.

Veglia durante una parte della notte.

 

158     Prima di mostrare il cammino ad altri

           consolidalo in te,

           se vuoi evitare la sofferenza.

 

159     Pratica ciò che predichi.

           Prima di cercare di correggere gli altri

           fa una cosa più difficile:

           correggi te stesso.

 

160     Tu sei il tuo solo maestro.

Chi altro può guidarti?

Diventa padrone di te stesso

e scopri il tuo maestro interno.

 

161  L’inconsapevole è spezzato dal male

           che lui stesso fa,

           come una pietra è spezzata da un diamante.

 

162  E’ soffocato dal male che lui stesso fa

           come un albero è soffocato da un rampicante.

Da sé si riduce in uno stato

che solo il suo peggior nemico

potrebbe augurargli.

 

163     E’ difficile

fare ciò che ci è veramente d'aiuto.

E’ facile fare del male,

fare ciò che ci nuoce.

 

164     L’inconsapevole si fa beffe della saggezza,

deride coloro che seguono

la via della consapevolezza

e si perde in false dottrine.

Il frutto delle sue azioni

è la sua rovina,

come avviene per la canna di khattaka,

che muore dopo aver fruttificato.

 

165     Facendo del male,

tu stesso ti corrompi.

Ma facendo del bene,

tu stesso ti purifichi.

Tu sei la fonte

di ogni purezza e di ogni impurità.

Nessuno può purificare un'altra persona.

 

166     Non trascurare il tuo compito

           per intraprenderne un altro,

per quanto grande possa essere.

Scopri il tuo compito

e dedicati a esso con tutto il cuore.

 

XIII               Il mondo

 

167     Non perderti nell'inconsapevolezza,

nelle false dottrine,

nelle abitudini del mondo.

 

168     Svegliati, sii consapevole.

Segui gioiosamente la via della virtù

in questa vita e oltre.

 

169     Non seguire la via dell'errore.

Segui gioiosamente la via della virtù

in questa vita e oltre.

 

 

170     Questo mondo è una bolla di schiuma,

un miraggio.

Coglilo nella sua realtà

e renditi invisibile alla morte.

 

171     Questo mondo è un carro regale

dipinto a vivaci colori.

L’inconsapevole vi si perde.

Ma il saggio resta distaccato.

 

172     Quando una persona

si risveglia alla consapevolezza,

essa illumina il mondo

come la luna che emerge da dietro le nubi.

 

173     Quando una persona

lascia l'errore per la virtù,

essa illumina il mondo

come la luna che emerge da dietro le nubi.

 

174     Il mondo è cieco,

ben pochi hanno occhi per vedere.

Ben pochi sono gli uccelli

che sfuggono alla rete e spiccano il volo.

 

175     Come i cigni si innalzano

e volano verso il sole,

sorretti da una forza invisibile,

così i saggi spiccano il volo da questo mondo,

lasciandosi alle spalle il desiderio e l'illusione.

 

176     Se credi che questo sia l'unico mondo,

se ti fai beffe della verità

e violi la legge eterna,

non c'è errore che tu non possa commettere.

 

177     Un avaro non entrerà mai

nel regno dei cieli.

La generosità non è importante

per l'inconsapevole.

Ma il saggio trova la sua gioia nel condividere.

 

178     Meglio del possesso del mondo intero,

meglio del paradiso,

meglio del dominio su tutti i mondi

è compiere il primo passo

sulla via del risveglio.

 

XIV     Il risvegliato

 

179    L’invincibile, colui che si è risvegliato,

          infinita consapevolezza

          che non lascia tracce,

          da quali parole può essere descritto?

 

180    La rete velenosa del desiderio

          non ha più potere su di lui.

 

181    Si è ridestato.

          É libero, consapevole,

          immerso nella luce

          e nella pace gioiosa della meditazione.

          Anche gli dei lo invidiano.

 

182    Difficile è ottenere di nascere

          come essere umano,

          più difficile vivere umanamente,

          ancora più difficile incontrare il dharma

          ed estremamente difficile risvegliarsi.

 

183    L’insegnamento

          di coloro che si sono risvegliati è:

          evita il male,

          fa il bene,

          purifica la tua mente.

 

184    Alla fine del cammino, la liberazione.

          Durante il cammino, coltiva la pazienza

          che sa attraversare ogni sofferenza.

          Non opprimere e non causare dolore ad alcuno.

 

185    Non ferire alcuno

          con parole o con atti.

Vivi semplicemente,

          mangia con moderazione,

          coltiva la solitudine,

          purifica la tua mente.

          Questo è l'insegnamento dei Buddha.

 

186    Il desiderio di piacere non è saziato

          neppure da una pioggia d'oro.

          Il saggio sa che per ogni goccia di piacere

          esso porta con sé un bagno di dolore.

 

187    Il desiderio di piacere non è saziato

          neppure da tutte le gioie celesti.

          Perciò il discepolo del Buddha

          trova la sua gioia

          solo nel bruciare ogni desiderio.

 

188    Spinti dalla paura, gli uomini cercano rifugio

          negli eremi montani e nelle foreste,

          presso sacri alberi e templi.

 

189    Ma nessuno di questi luoghi

          è un rifugio sicuro.

          Nessuno di essi

          ti mette al riparo dalla sofferenza.

 

190    Prendi rifugio nel Buddha,

          nella legge eterna,

          nella comunità dei ricercatori.

          Comprendi le quattro nobili verità:

 

191    la sofferenza,

          l'origine della sofferenza,

          la cessazione della sofferenza

          e il nobile ottuplice cammino

          che porta alla cessazione della sofferenza.

 

192    Questo è un rifugio sicuro.

          Questo è un rifugio

          che ti mette al riparo dalla sofferenza.

 

193    Rari sono coloro che si risvegliano. 

          Fortunata è la casa

          dove nasce un Buddha.

 

194    Benedetta è la nascita del Buddha,

           benedetto il suo insegnamento,

           benedetta la comunità dei ricercatori,

           benedetta la loro concordia e determinazione.

 

195    E benedetto è chi onora

          il Buddha e i suoi discepoli,

          chi onora colui che ha trasceso tutti i mali

          e attraversato il fiume della sofferenza.

 

196    Incalcolabile è il merito di chi onora

           colui che ha trasceso la paura

           e raggiunto la liberazione.

 

 

XV       La gioia

 

197    Vivi nella gioia, vivi nell'amore,

          libero dall'odio

          anche fra coloro che odiano.

 

198    Vivi nella gioia, vivi nella salute,

          libero dalla malattia

          anche fra coloro che sono malati.

 

199    Vivi nella gioia, vivi nella serenità,

          libero dall'ansia

          anche fra coloro che sono ansiosi.

 

200    Vivi nella gioia,

          vivi senza possedere nulla,

          nutrendoti di gioia

          come gli dei risplendenti.

 

201    La vittoria si lascia dietro

          una scia di odio,

          perché il vinto soffre.

          Abbandona ogni pensiero di vittoria e sconfitta

          e vivi nella pace e nella gioia.

 

202    Non c'è fuoco come la passione,

          non c'è malattia come l'odio,

          non c'è dolore come l'esistere nella separazione,

          non c'è gioia come la pace.

 

203    L’avidità è il massimo dei mali,

          il desiderio è la massima sofferenza.

          L’estinzione di ogni desiderio

          è la gioia più alta.

 

204    La salute è il massimo bene,

          la semplicità è la più grande ricchezza,

          la fiducia è la miglior compagna,

          il nirvana è la gioia più alta.

 

205    Assapora la dolcezza della meditazione

          nella solitudine e nella pace.

          Bevi il nettare del dharma

           e liberati da ogni paura e attaccamento.

 

206    Gioioso è guardare il volto del Buddha,

          gioioso è vivere in compagnia dei saggi.

          Beato chi fugge la compagnia degli inconsapevoli.

 

207    Lungo e doloroso è viaggiare

          in compagnia degli inconsapevoli,

          come viaggiare con un nemico.

          Gioioso è trovare nei saggi

          la propria famiglia.

 

208    Perciò segui il cammino dei saggi,

          dei risvegliati,

          dei pazienti,

          dei risplendenti,

          di coloro che vivono nell'amore e nella virtù,

          come la luna segue il cammino delle stelle.

 

 

 

XVI            Il piacere

 

209    Non lasciare che la ricerca del piacere

          ti distragga dalla meditazione

          e dal tuo stesso bene.

 

210    Va al di là del piacere e del dispiacere.

          Sia cercando il piacere

          sia fuggendo il dispiacere

          alimenti la sofferenza.

 

211    Non attaccarti a nulla.

          La perdita di ciò a cui sei attaccato

          è sofferenza.

          Chi non nutre attaccamento né avversione

          è libero.

 

212    Ogni desiderio

          è fonte di dolore e di paura.

          Liberati dal desiderio

          e non conoscerai dolore né paura.

 

213    Ogni piacere

          è fonte di dolore e di paura.

          Liberati dal piacere

          e non conoscerai dolore né paura.

 

214    Ogni avidità

          è fonte di dolore e di paura.

          Liberati dall'avidità

           e non conoscerai dolore né paura.

 

215    Ogni passione

          è fonte di dolore e di paura.

          Liberati dalle passioni

          e non conoscerai dolore né paura.

 

216    Ogni attaccamento

          è fonte di dolore e di paura.

          Liberati dall'attaccamento

          e non conoscerai dolore né paura.

 

217    Tutti amano chi è virtuoso e saggio,

          saldo nel cammino,

          sincero e devoto ai suoi compiti.

 

218    Colui la cui sola nostalgia è l'ineffabile,

          la cui coscienza è desta

          e il cui cuore è libero da ogni desiderio

          viene detto uddhamsoto,

           “uno che ha risalito la corrente”.

 

219    Con gioia amici e parenti accolgono

          chi ritorna dopo lungo tempo

          da terre lontane.

 

220 Con la stessa gioia

       le tue buone azioni ti accolgono

all'ingresso nella tua prossima vita.

 

 

XVII           L’ira

 

221    Abbandona l'ira, abbandona l'orgoglio,

           liberati da ogni attaccamento.

          Chi non si appropria di nulla,

          chi non è legato ai nomi e alle forme

          va al di là della sofferenza.

 

222    Controlla la rabbia

          come un buon auriga

          governa il suo carro impazzito.

 

223    Vinci l'ira con la delicatezza,

          la cattiveria con la bontà,

          l'avarizia con la generosità,

          la menzogna con la verità.

 

224    Sii sincero,

          non lasciarti trascinare dall'ira,

          condividi ciò che hai, anche se. è poco.

          Queste tre chiavi aprono la porta del cielo.

 

225    Sii padrone del tuo corpo,

          non ferire alcun essere

          e raggiungerai l'eterna dimora

          al di là della sofferenza.

 

226    Sii costantemente consapevole,

          osservati notte e giorno,

          cerca soltanto la liberazione

          e ogni impurità si dissolverà.

 

227    C'è un vecchio detto:

          “La gente ti biasima se taci,

          ti biasima se parli troppo

          e ti biasima se parli troppo poco”. 

          Nessuno sfugge al biasimo.

 

228    Il mondo trova sempre modo

          di mescolare il biasimo alla lode. 

          Così è sempre stato e sempre sarà.

 

229    Ma chi oserà biasimare

          l'uomo saggio e virtuoso,

          meditativo e immacolato?

 

230    Egli splende come oro puro. 

          Perfino gli dei lo lodano.

 

231    Osserva il manifestarsi ~dell'ira

          nel tuo corpo.

          Sii padrone del tuo corpo,

          abitalo con purezza.

 

232    Osserva il manifestarsi dell'ira

           nelle tue parole.

          Sii padrone delle tue parole,

          abitale con purezza.

 

233    Osserva il manifestarsi dell'ira

          nei tuoi pensieri.

          Sii padrone dei tuoi pensieri,

          abitali con purezza.

 

234    Padrone del proprio corpo,

          delle proprie parole,

          dei propri pensieri,

          il saggio è padrone di sé.

 

XVIII L’impurità

 

235      Sei ora come una foglia secca,

            i messaggeri della morte ti sono vicini.

            Stai per partire per un lungo viaggio

            e non hai fatto alcun preparativo.

 

236      Fa di te stesso un'isola,

            affrettati, sii saggio. 

            Dissolvi ogni impurità

            e raggiungi il cielo degli eletti.

 

237      La tua vita è prossima alla fine,

            sei giunto in presenza della morte. 

            Non ci sono soste in questo viaggio

            e non hai fatto alcun preparativo.

 

238      Fa di te stesso un'isola,

            affrettati, sii saggio.

            Dissolvi ogni impurità

            e va al di là della nascita e della morte.

 

239      A poco a poco,

            come il gioielliere

            separa le impurità dall'argento,

            così il saggio

            si libera di ogni impurità.

 

240      Sei consumato dal male che fai

            come il ferro é corroso

            dalla propria ruggine.

 

241      Una pecca è l'oblio dei sacri testi,

            una pecca l'abbandono della casa,

            una pecca la pigrizia del corpo,

            una pecca il sonno della sentinella.

 

242    Una pecca nella donna è la condotta lasciva,

          una pecca in chi dona è l'avarizia,

          una pecca in questa e nella prossima vita

          è il male fatto.

 

243    Ma la pecca più grande

          è l'ignoranza.

          0 bhikshu!  Liberati di quella macchia

          e sarai libero da ogni macchia.

 

244    La vita è facile

          per chi è senza vergogna,

          impudente come un corvo,

          arrogante, corrotto ed egoista.

 

245    Più difficile è vivere

          nella modestia, nella purezza,

          disinteressatamente e saggiamente.

 

246    Chi uccide, mente, ruba,

          chi commette adulterio,

 

247    chi si ubriaca,

          scava la propria fossa

          in questa stessa vita.

 

248    Non lasciare che l'avidità

          e una vita vissuta male

          ti precipitino a lungo nella sofferenza.

 

249    Chi invidia ciò che è dato a un altro

          perde la propria pace giorno e notte.

 

250    Sradica in te lo spirito dell'invidia

          e vivi in pace giorno e notte.

 

251    Nessun fuoco brucia come la passione,

          nessun cappio strangola come l'odio,

          nessuna rete è più tenace dell'illusione,

          nessun torrente più impetuoso del desiderio.

 

252    É facile vedere i difetti altrui,

          più difficile vedere i tuoi.

          Vagli i difetti degli altri come la pula,

          i tuoi li nascondi

          come un baro nasconde un lancio perdente.

 

253    Ergendoti a censore dei difetti altrui

           moltiplichi i tuoi.

          In questo modo sei ben lontano

          dal liberarti delle tue impurità.

 

254    Non c'è alcuna via nel cielo,

          la via è dentro di te.

          Gli uomini cercano la felicità

          nei propri attaccamenti.

          Il Tathagata,

          “colui che cammina nel semplice essere-così”,

          è libero da ogni attaccamento.

 

255    Non c'è alcuna via nel cielo,

          la via è dentro di te.

          Non c'è nulla di eterno

          nel mondo fenomenico,

          ma immutabile è la coscienza del Buddha.

 

XIX            Il seguace del dharma

 

256      Se cerchi di realizzare i tuoi fini con la forza

            non sei sulla via del dharma.

 

Il saggio esamina attentamente

          ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

 

257    Nel guidare gli altri

          non si serve della forza,

          è giusto e imparziale.

          Egli viene detto

          “guardiano della legge”.

 

258     Un uomo non è un saggio perché sa parlare.

          Saggio è chi è paziente,

          libero dall'odio e dalla paura.

 

259     Non è un “custode della legge” perché sa parlare.

           L’uomo che, pur conoscendo poco le scritture,

           vive il dharma nel proprio corpo

          e non se ne discosta,

          questi è un vero “custode della legge”.

 

26o    Non bastano i capelli bianchi

          a fare del vecchio un saggio.

          Molti invecchiano invano.

 

261    Il vero anziano è colui

          in cui abitano verità, giustizia,

          non-violenza e autocontrollo,

          saggezza e purezza.

 

262    Né le belle parole né il bell'aspetto

          possono rendere bella

          una persona invidiosa, avida e falsa.

 

263    Sradica in te queste erbacce,

          coltiva la saggezza e la purezza

          e la tua bellezza risplenderà da sé.

 

264    Non basta il capo rasato a fare un asceta

          di chi è bugiardo e indisciplinato.

          Come può essere un asceta

          chi è schiavo dei propri desideri e attaccamenti?

 

265    Asceta è chi è pronto

          a sradicare in sé ogni impurità

          e ad acquietare la mente.

 

266    Non basta vivere di elemosina

          per essere un bhikshu, un monaco mendicante.

          Bhikshu è chi vive il dharma nella sua totalità.

 

267    Bhikshu è chi vive

          nella purezza e nella consapevolezza,

          al di là del merito e dei demerito.

 

268    Non basta il silenzio a fare un saggio

           di chi è inconsapevole e ignorante.

 

269    Saggio è colui che tiene in mano

          la bilancia del bene e del male,

          che soppesa e sceglie.

 

270    Nobile è colui che non fa del male

          ad alcuna creatura vivente.

 

271    Non è grazie ai voti

          e ai precetti morali,

          né alla sapienza,

          né alla pratica della meditazione,

          né alla castità e alla solitudine,

 

272 che puoi ottenere

la beatitudine della liberazione,

irraggiungibile da chi è prigioniero del mondo.

0 bhikshu!  Non fermarti

finché non avrai sradicato in te ogni impurità.

 

 

XX       Il cammino

 

273    Il cammino più alto

          è il cammino ottuplice.

          La verità più alta

          è espressa dalle quattro nobili verità.

          Lo stato di coscienza più alto

          è il non-attaccamento.

          La condizione umana più alta

          è quella di chi è capace di vedere.

 

274    Questo è il cammino

           che purifica la visione.

          Seguilo,

          se vuoi trascendere la morte.

 

275    Seguendo questo cammino

           metterai fine alla sofferenza.

          Questo è il cammino che insegno

          da quando ho estratto da me

          la freccia della sofferenza.

 

276    Ma lo sforzo è tuo.

          I Tathagata possono solo indicare la via.

          Percorrila, medita

          e liberati dalla schiavitù

          del desiderio e della morte.

 

277      “Ogni cosa esistente è impermanente”

          Comprendendo ciò,

          vai al di là della sofferenza.

          Questo è il cammino della purezza.

 

278    “L’esistenza è sofferenza”.

          Comprendendo ciò,

          vai al di là della sofferenza.

          Questo è il cammino della purezza.

 

279     “Nessun essere è dotato di un sé”.

          Comprendendo ciò,

          vai al di là della sofferenza.

          Questo è il cammino della purezza.

 

280    Se, benché giovane e forte,

          non ti alzi quando è il momento di alzarti,

          se sei pigro e inerte,

          se sei irresoluto e pieno di pensieri futili,

          non troverai il cammino della saggezza.

 

281    Sii padrone delle tue parole,

          sii padrone dei tuoi pensieri,

          non nuocere ad alcuno con il tuo corpo. 

          Quando queste tre vie sono aperte

          raggiungi il cammino insegnato dai saggi.

 

282    Meditando coltivi la saggezza,

          trascurando la meditazione

          la lasci deperire.

          Vedendo chiaramente questi due cammini,

          volgi i tuoi passi verso la saggezza crescente.

 

283    Taglia l'intera foresta del desiderio,

          non il singolo albero:

          il pericolo si annida nella foresta.

          Tagliati gli alberi e il sottobosco, o bhikshu,

           sei sulla via della liberazione.

 

284    Finché c'è in te

          una traccia di desiderio sessuale,

          la tua mente resta attaccata alla vita

          come un vitellino lattante alla madre.

 

285    Taglia ogni autocompiacimento

          come coglieresti un fiore di loto autunnale

          e percorri la via della pace

          insegnata dai Beati.

 

286    “Qui avrò la mia dimora estiva,

          qui quella invernale,

          qui quella per la stagione delle piogge.”

          Cosi l'inconsapevole fa progetti,

          senza soffermarsi un attimo

          sull'imprevedibilità della morte.

 

287    Ma, come un'alluvione trascina via

          un villaggio addormentato,

          la morte lo rapisce,

          intossicato dall'attaccamento

          ai suoi figli e ai suoi beni.

 

288    Né figli, né genitori, né parenti,

          possono proteggerti

          quando vieni afferrato dalla morte.

 

289    Comprendendo ciò,

          affrettati a sgomberare la via

          che conduce alla liberazione.

 

 

XXI          Versi vari

 

290    Se abbandonando un piacere minore

          ti apri a un piacere immensamente più grande,

          lascia il primo per andare verso il secondo.

 

291    Non costruire la tua felicità

          sulla sofferenza di un'altra persona

          o resterai invischiato nella rete dell'odio.

 

292    Tralasciando di fare ciò che devi,

          facendo ciò che non devi,

          agendo sconsideratamente e con arroganza,

          ti immergi sempre più nell'oscurità.

 

293    Ma, se sei sveglio,

          costantemente consapevole del tuo corpo,

          se fai energicamente ciò che devi fare,

          se ti astieni da ciò che non devi fare,

          ogni impurità si dissolve.

 

294    Il risvegliato è senza macchia,

          anche se dovesse in passato aver ucciso

          suo padre e sua madre,

          due re guerrieri

          e un regno con tutti i suoi sudditi.

 

295    Il risvegliato è senza macchia,

          anche se dovesse in passato avere ucciso

          suo padre e sua madre,

          due re santi

          e un uomo illustre.

 

296    I discepoli di Gautama

          sono costantemente svegli e consapevoli.

          Giorno e notte la loro attenzione

          è concentrata sul Buddha.

 

297    I discepoli di Gautama

          sono costantemente svegli e consapevoli.

          Giorno e notte la loro attenzione

          è concentrata sul dharma.

 

298    I discepoli di Gautama

           sono costantemente svegli e consapevoli.

          Giorno e notte la loro attenzione

          è concentrata sulla comunità dei ricercatori.

 

299    I discepoli di Gautama

          sono costantemente svegli e consapevoli.

          Giorno e notte meditano sul corpo.

 

300    I discepoli di Gautama

          sono costantemente svegli e consapevoli. 

          Giorno e notte trovano la loro gioia

          nella compassione.

 

301    I discepoli di Gautama

          sono costantemente svegli e consapevoli. 

          Giorno e notte trovano la loro gioia

          nella meditazione.

 

302    É difficile la vita dell'asceta

           ed è difficile vivere nel mondo. 

           Doloroso è vivere in mezzo agli inconsapevoli,

           e vagare nel vortice della vita e della morte. 

           Possa il viaggiatore trovare riposo

           e non gettarsi più nella sofferenza.

 

303    Chi ha fede, virtù, ricchezza e fama

           è onorato dovunque vada.

 

304    I virtuosi risplendono da lontano

      come i picchi dell'Himalaya. 

      Gli uomini senza virtù sono invisibili

      come frecce scoccate di notte.

 

305     Siedi in solitudine.

      Riposa in solitudine.

      Abita in solitudine.

In solitudine diventa padrone di te stesso

e gioisci dell'estinzione dei desideri.

 

XXII           La caduta

 

306    Colui che afferma il falso,

          e colui che nega ciò che ha fatto

          entrambi, dopo la morte,

          precipitano nello stesso stato

          nell'altro mondo.

 

307    Molti indossano l'abito giallo,

          ma si comportano in maniera

          irresponsabile ed egoistica.

          Costoro rinascono all'inferno.

 

308    E meglio per un tale bhikshu

          ingoiare una palla di ferro rovente

          che vivere della carità dei fedeli.

 

309    Chi commette adulterio

          perde meriti, sonno, onore

          e infine precipita nell'oscurità.

 

310    Perdita di meriti,

          il rischio di una pesante condanna,

la discesa nel buio:

          ben misero è il piacere di un uomo spaventato

          fra le braccia di una donna spaventata.

 

311    Ma, come anche un filo d'erba maneggiato

          male può tagliarti, così anche l'ascetismo vissuto male

          può precipitarti nell'oscurità.

 

312    Se agisci sbadatamente,

          se osservi i voti meccanicamente,

          se rispetti la regola di castità per paura,

          la tua disciplina non dà buoni frutti.

 

313    Se una cosa va fatta,

          falla con tutta la tua energia.

          il monaco svogliato

          si copre soltanto di polvere.

 

314    Non fare il male,

          che è seguito dalla sofferenza.

          Fa il bene,

          che non è seguito dalla sofferenza.

 

315    Veglia su te stesso

          come su una città fortificata

          ai confini del regno.

          Non lasciare che un solo momento

          trascorra nell'inconsapevolezza.

          Coloro che si lasciano sfuggire

          il momento presente

          precipitano nell'oscurità.

 

316    Coloro che, sviati da false dottrine,

          si vergognano di ciò di cui non dovrebbero

          e non si vergognano di ciò di cui dovrebbero

          precipitano nell'oscurità.

 

317    Coloro che, sviati da false dottrine,

          temono ciò che non dovrebbero temere

          e non temono ciò che dovrebbero temere

          precipitano nell'oscurità.

 

318    Coloro che, sviati da false dottrine,

          vedono il male in ciò che non è male

          e non vedono il male in ciò che è male

          precipitano nell'oscurità.

 

319    Ma chi, vedendo la verità,

          sa discernere il bene e il male

          percorre il cammino ascendente.

 

XIII            L’elefante

 

320    Sopporterò gli insulti del mondo

           come l'elefante sopporta le frecce in battaglia,

           perché il mondo è spesso malevolo.

 

321     Domato, l'elefante va in battaglia. 

           Domato, l'elefante è cavalcato dal re. 

           Colui che ha domato se stesso

           è il migliore degli uomini

           e sopporta con pazienza gli insulti del mondo.

 

322    Eccellenti sono i muli ben addestrati

           e i nobili cavalli di Sindhu e i grandi elefanti di Kunjara. 

           Ma ancora più eccellente

           è colui che ha domato se stesso.

 

323    Poiché la terra mai calpestata

           non si raggiunge sul dorso di questi animali,

           ma cavalcando il proprio sé domato.

 

324    Il grande elefante Dhanapala

          diventa incontrollabile quando è in calore. 

          Legato, rifiuta il cibo

          e brama solo il ritorno alla foresta.

 

325    Se sei pigro e goloso,

          se ti crogioli nel sonno

          come un porco ben sazio,

          continuerai a ripercorrere

          il cammino dell'utero

          sempre di nuovo.

 

326    Questa mia mente,

          che un tempo vagava a suo piacimento

          da un oggetto all'altro,

          in balia di ogni capriccio e desiderio,

          la dominerò ora

          come il mahout guida l'elefante in calore

          con la sua asta uncinata.

 

327     Sii consapevole, osserva i tuoi pensieri. 

          Sollevati dalla palude

          come un elefante sprofondato nel fango.

 

328    Se incontri un compagno saggio e virtuoso,

          condividi con lui il cammino

          nella gioia e nella consapevolezza,

          superando ogni ostacolo.

 

329    Ma, se non trovi un tale compagno,

          piuttosto cammina solo,

          come un re che ha rinunciato al proprio regno

          o come un elefante nella foresta.

 

330    E meglio vivere soli

           che in compagnia degli inconsapevoli.

           Cammina solo, puro e senza desideri,

           come un elefante nella foresta.

 

331     Felicità è avere amici quando se ne ha bisogno,

           felicità è condividere la gioia,

           felicità è avere ben vissuto al momento di morire,

           felicità è trascendere la sofferenza.

 

332    Felice è la maternità in questo mondo,

          felice è la paternità in questo mondo,

          felice è la vita dell'asceta in questo mondo,

          felice è la vita del bramino in questo mondo.

 

333    Felicità è vivere virtuosamente fino a tarda età,

          felicità è una fede salda,

          felicità è la conquista della saggezza,

          felicità è evitare il male.

 

XXIV La bramosia

 

334    Nell'inconsapevole

          la bramosia cresce come un rampicante.

          Egli salta di vita in vita,

          come una scimmia alla ricerca di frutti

          nella foresta

salta di albero in albero.

 

335    Se sei sopraffatto dal veleno

          di questo ardente desiderio

          la tua sofferenza cresce

          rigogliosa come la gramigna.

 

336    Ma se sottometti la compulsione del desiderio,

          difficile da dominare,

          la sofferenza scivola via

          come una goccia d'acqua su una foglia di loto.

 

337    Perciò vi esorto,

          voi tutti che siete qui raccolti:

          sradicate il desiderio

          come si sradica la gramigna

          per trovare la radice di usira,

          affinché la morte non vi trascini via

          sempre di nuovo,

          come un fiume in piena

          si porta via le fragili canne

          che crescono sulla riva.

 

338      Perché, come un albero tagliato

            ricresce sempre di nuovo

            se la sua radice è intatta,

            così la sofferenza

            si riproduce sempre di nuovo

            se la radice del desiderio

            non è stata estirpata.

 

339      Quando i trentasei torrenti

            che scorrono verso i piaceri dei sensi

            si precipitano tumultuosi

            e i pensieri sono carichi di passione,

                   la corrente ti trascina via.

 

340      I torrenti del desiderio

               scorrono in ogni direzione,

               il rampicante della bramosia

               ricresce continuamente.

               Appena lo vedi spuntare,

               sradicalo per mezzo della saggezza.

 

341         Tutti gli esseri cercano i piaceri dei sensi

               e vi si attaccano.

               Abbracciando quei piaceri e inseguendoli,

               essi continuano a ripercorrere

               il ciclo della nascita e della morte.

 

342    Spinti dalla bramosia,

          gli uomini corrono in cerchi

          come lepri inseguite

          e la loro sofferenza

          si riproduce sempre di nuovo.

 

343    Spinti dalla bramosia,

          gli uomini corrono in cerchi

          come lepri inseguite.

          Perciò, o bhikshu,

          se vuoi liberarti delle passioni

          trascendi il desiderio.

 

344    Alcuni escono dalla foresta

          dei desideri mondani

          solo per addentrarsi nella foresta

          dei desideri spirituali.

          Guardali!  Sono liberi

          e corrono di nuovo verso la schiavitù.

345    Il legame più forte

          non è una catena di ferro,

          né una morsa di legno, né una fune,

          ma l'attaccamento a un gioiello,

          ai figli, a una donna.

 

346    Il legame più tenace è quello che,

          pur essendo morbido,

          non si scioglie e ti trascina giù. 

          Chi taglia anche questo legame

          diventa indifferente ai piaceri dei sensi

                   e si ritira dal mondo.

 

347    Se sei schiavo delle passioni

resti prigioniero della corrente del desiderio

come un ragno della tela

che lui stesso ha tessuto.

Il saggio arresta la corrente del desiderio,

e, libero da ogni ansia,

va al di là della sofferenza.

 

348      Abbandona passato, presente e futuro.

            Attraversa il fiume dell'esistenza

            e raggiungi l'altra sponda.

            La mente completamente libera,

            non ricadrai più

            nel ciclo della vita e della morte.

 

349      Se i tuoi pensieri sono carichi di passione,

            se la tua mente è agitata

            dalla ricerca del piacere,

            i tuoi legami si rafforzano sempre più.

 

350      Medita. Rendi silenziosa la tua mente.

            Contempla la sofferenza

            dell'esistenza fenomenica

            e taglia i lacci della morte.

 

351      Colui che ha raggiunto la meta

            è libero da ogni ansia,

            da ogni passione e desiderio.

            Ha spezzato le frecce della sofferenza

            e questo è il suo ultimo corpo.

 

352      Colui che è libero

            dalla bramosia e dall'attaccamento,

            comprende il significato delle parole

            e sa servirsene,

            viene detto “grande saggio”, “grande uomo”.

            Questo è il suo ultimo corpo.

 

353    “Ho vinto, so, sono senza macchia.

          Ho rinunciato a tutto

          e, distruggendo il desiderio,

          mi sono liberato.

          Da solo ho trovato la via.

          Chi posso chiamare mio maestro?”

 

254    Il dono del dharma è il dono più grande,

          il sapore del dharma è il sapore più dolce,

          la gioia del dharma è la gioia più grande.

          L’estinzione del desiderio

          è la fine di ogni sofferenza.

 

255    La sete di ricchezza

          schiaccia l'inconsapevole,

          non chi è proteso verso l'altra sponda.

          Cercando la ricchezza l'inconsapevole

          distrugge se stesso e gli altri.

 

256    Come le erbacce soffocano i campi,

                   le passioni soffocano la natura umana.

          Perciò onora chi è libero dalle passioni.

 

257    Come le erbacce soffocano i campi,

          l'odio soffoca la natura umana.

          Perciò onora chi è libero dall'odio.

 

258    Come le erbacce soffocano i campi,

          l'illusione soffoca la natura umana.

          Perciò onora chi è libero dall'illusione.

 

259    Come le erbacce soffocano i campi,

          il desiderio soffoca la natura umana.

          Perciò onora chi è libero dal desiderio.

 

 

 

XXV           Il bhikshu

 

360    Sii padrone dei tuoi occhi,

          delle tue orecchie,

          del tuo naso,

          della tua lingua.

 

361    Sii padrone del tuo corpo,

          delle tue parole,

          dei tuoi pensieri;

          sii padrone di te stesso in ogni situazione

          e sarai libero dalla sofferenza.

 

362    Chi è padrone delle proprie mani,

          dei propri piedi

          e della propria lingua,

          chi è perfettamente padrone di sé

          e gioisce della meditazione e della solitudine,

          questi è un vero bhikshu.

 

363    Dolce è ascoltare quel bhikshu

          che è padrone della propria lingua,

          che parla con saggezza e senza arroganza

          e illumina lo spirito del dharma.

 

364    Se il dharma è la tua gioia,

          la tua meditazione, la tua devozione,

          non smarrirai mai il cammino del dharma.

 

365    Accetta di buon grado ciò che ti è dato

          e non invidiare ciò che è dato ad altri.

          Non lasciare che l'invidia

          turbi la tua meditazione.

 

366 Anche gli dei lodano quel bhikshu

          che accetta di buon grado ciò che gli è dato,

          per quanto poco sia,

          e vive con purezza e totalità.

 

367    É un vero bhikshu colui

          che non si identifica con alcun nome o forma,

          che non si appropria di nulla

          e non si rattrista per ciò che non c'è.

 

368    Vivi nell'amore e nella serenità,

          segui fiducioso il cammino del Buddha

          e raggiungi il luogo di pace

          dove l'esistenza è a riposo.

 

369    Svuota la tua barca, o bhikshu,

          rendila più leggera.

          Abbandona le passioni e l'odio

          e naviga verso la libertà.

 

370    Elimina i cinque ostacoli,

          liberati dei cinque attaccamenti,

          sviluppa le cinque virtù.

          Chi si è liberato dei cinque legami

          è detto oghatinnoti,

          “uno che ha attraversato la corrente”.

 

371    Medita, o bhikshu,

          non essere negligente.

          Non smarrirti nella ricerca del piacere,

non ingoiare la palla di ferro rovente

          per poi gridare di dolore.

 

372    Non c'è meditazione

          senza profonda percezione,

          non c'è profonda percezione

          senza meditazione.

          Quando entrambe sono presenti,

          sei prossimo al nirvana.

 

373    Sovrumana è la beatitudine di quel bhikshu

          che penetra nella casa vuota

          con la pace nel cuore

          e coglie l'essenza del dharma.

 

374    Contemplando il sorgere e lo svanire

           degli elementi dell'esistenza fenomenica,

           gioisci realizzando l'eterno.

 

375    Questi sono i primi passi del cammino:

          padronanza dei sensi,

          semplicità,

          pratica degli insegnamenti,

          coltivare amicizie pure, virtuose, attive.

 

376    Vivi l'amicizia

          e svolgi i tuoi compiti.

          La tua felicità diverrà sempre più profonda

          e metterà fine alla sofferenza.

 

377    Lascia cadere le passioni e l'odio

          come il gelsomino lascia cadere

          i suoi fiori appassiti.

 

378    Indifferente agli allettamenti del mondo,

          metti pace nel tuo corpo,

          metti pace nelle tue parole,

          metti pace nei tuoi pensieri.

 

379    Risvegliati da te,

          sii l'osservatore di te stesso.

          Consapevole e autonomo,

          vivi felice.

 

380    Tu sei il tuo maestro.

          Tu sei il tuo rifugio.

          Guida te stesso

          come un mercante controlla un cavallo focoso.

 

381    Vivi nella gioia,

          segui fiducioso il cammino del Buddha

          e raggiungi il luogo di pace

          dove l'esistenza è a riposo.

 

382    Il giovane bhikshu

          che intraprende il cammino del dharma

          illumina il mondo

          come la luna che emerge da dietro le nubi.

 

XXVI Il bramino

 

383    O bramino, con tutta la tua energia

          argina la corrente del desiderio,

          allontana da te i piaceri dei sensi.

          Riconoscendo la fine

          di ogni cosa che ha un'origine,

          realizza l'increato.

 

384    Raggiungi l'altra sponda

          attraverso la meditazione

          e la percezione profonda,

          dissolvi ogni vincolo

          grazie alla conoscenza della verità.

 

385    Va al di là di questa

          e dell'altra sponda,

          va al di là d'ella paura e di ogni vincolo.

 

386    Colui che medita,

          è libero dalle passioni,

          è centrato, assolve i suoi compiti,

          è senza macchia

          e ha raggiunto il bene più alto,

          questi è un bramino.

 

387    Il sole splende di giorno,

          la luna splende di notte,

          il guerriero splende nella sua armatura,

          il bramino splende in meditazione.

          Ma il Buddha splende radioso

          giorno e notte.

 

288    Bramino è chi ha lasciato cadere ogni male,

          asceta è chi vive in serenità,

          eremita è chi ha eliminato ogni impurità.

 

389    Nessuno aggredisca un bramino,

          ma questi, se è aggredito, non si adiri.

          Guai a colui che aggredisce un bramino,

          ma ancor più al bramino

          che riversa la sua ira sull'aggressore.

 

390    Non lasciare che la tua mente

          si attacchi al piacere.

          Liberando la tua mente

          da ogni desiderio di ferire,

          avvicini per te la fine della sofferenza.

 

391    Non ferire con le tue azioni,

          con le tue parole

          e con i tuoi pensieri.

          Sii padrone di te sotto questi tre aspetti.

392    Come un bramino onora il fuoco del sacrificio,

          così onora colui dalle cui labbra

puoi apprendere il dharma

           del perfetto illuminato.

 

393    Né la capigliatura arruffata,

          né la casta, né la trasmissione ereditaria

          fanno il bramino.

          Bramino è colui che vive nella verità,

          nella purezza e nel dharma.

 

394    Vani, o sciocco,

          sono i capelli arruffati e la pelle di daino.

          All'esterno ti atteggi alla purezza

          e all'interno sei nell'oscurità.

 

395    Bramino è chi medita

          in solitudine nella foresta,

          vestito di stracci,

          emaciato, con le vene in rilievo.

 

396    Non è la nascita o la ricchezza

          a fare il bramino.

          É un bramino chi non possiede nulla

          e non si attacca a nulla.

 

397    Bramino è chi ha spezzato ogni catena,

          non trema,

          è andato al di là di ogni attaccamento,

          è totalmente libero.

 

398    Bramino è l'illuminato

          che ha tagliato ogni fune e correggia,

          ha sciolto i lacci,

          ha rovesciato il giogo,

          ha spezzato le sbarre.

 

399    Benché innocente, sopporta senza rancore

           offese e persecuzioni.

          La forza del suo spirito

          è il suo esercito.

 

400    L’ira non lo tocca.

          Non devia mai dal suo cammino.

          E puro, senza desideri

          e padrone di sé.

          Vive nel suo ultimo corpo.

 

401    Su di lui il piacere scivola via

          come una goccia d'acqua su una foglia di loto

          o come un seme di senape sulla punta di un ago.

 

402    E arrivato alla fine del viaggio,

          ha deposto il fardello della sofferenza,

          è libero da ogni attaccamento.

 

403    La sua saggezza è profonda,

          sa discernere il giusto cammino,

          ha raggiunto la meta suprema.

 

404    Sia fra i monaci

          sia fra coloro che vivono nel mondo

          resta nella sua solitudine.

          I suoi bisogni sono pochi.

 

405    Non esercita la violenza

          su alcuna creatura,

          mobile o immobile,

          non uccide e non causa la morte

          di alcun essere.

 

406    Si muove amorevolmente

          in mezzo all'ostilità,

          pacificamente

          fra coloro che agitano il bastone,

          distaccato fra gli avidi.

 

407    In lui l'odio, le passioni,

          l'orgoglio, l'invidia

          sono caduti

          come un seme di senape

          cade dalla punta di un ago.

 

408    Le sue parole sono veritiere, ma non dure,

           sono chiare, ma non offendono.

 

409    Non si appropria

          di ciò che non gli viene dato,

          buono o cattivo che sia,

          grande o piccolo.

 

410    Non desidera nulla per sé

          né in questo, né nell'altro mondo.

          É libero da ogni desiderio e attaccamento.

 

411    Libero dal desiderio,

          libero dal dubbio,

          ha raggiunto la profondità dell'eterno.

 

412    Al di là dell'attaccamento

          al merito e al demerito,

          al di là delle passioni,

          al di là della sofferenza,

          al di là di ogni impurità.

 

413    In lui la sete dell'esistenza si è spenta.

          E puro, sereno, imperturbabile,

          splendente come la luna.

 

414    Ha percorso il fangoso cammino

          delle rinascite e dell'illusione,

          difficile da lasciare,

          ed è andato oltre,

          ha raggiunto l'altra sponda.

          Libero da ogni dubbio e desiderio,

          ha trovato la pace.

 

415    In lui la sete dell'esistenza si è spenta.

          Ha lasciato i piaceri dei sensi,

          ha lasciato la casa.

 

416    In lui la sete dell'esistenza si è spenta.

          Ha abbandonato ogni attaccamento,

          è divenuto un viandante.

 

417    Distaccato dalla cose umane,

          distaccato dalle cose divine,

          nulla più lo lega.

 

418    Ha lasciato il piacere e il dispiacere,

          non c'è più in lui alcun seme

          di un ritorno all'esistenza,

          ha conquistato tutti i mondi.

 

419    Senza attaccamento contempla

          il nascere e il morire di ogni cosa.

          Si è risvegliato.

 

420    Il suo cammino è ignoto

          agli uomini, agli spiriti e agli dei.

          É senza macchia,

          è illuminato.

 

421    Non possiede nulla

          e non ha bisogno di nulla.

          Per lui non c'è più passato, presente o futuro.

 

422    É il saggio, il vittorioso,

          l'eroe senza macchia

          che ha trasceso la paura e il desiderio,

          il risvegliato.

 

423    Ricorda le sue precedenti dimore,

           conosce il cielo e l'inferno.

          La sua saggezza è perfetta.

          É giunto alla fine del viaggio.

          Ha fatto tutto ciò che doveva fare.

          É divenuto uno con la totalità dell'esistenza.